6 novembre 2007

Il Jeet Kune Do, questione di spiritualità e fisico...

Il Jeet Kune Do è più questione di spiritualità e fisico personali altamente sviluppati che di pura e semplice tecnica. Esso non si propone di sviluppare ciò che è già stato sviluppato, ma di recuperare ciò che è stato trascurato. Queste cose sono con noi e in noi da sempre, non sono mai andate perdute, né si sono alterate, salvo a causa del mondo maldestro con cui le abbiamo trattate. Il Jeet Kune Do ha a che fare con l'intelligenza e l'addestramento, non con la tecnologia.

L'arte del Jeet Kune Do raggiunge la perfezione quando viene dimenticato tutto ciò che è stato appreso, quando la mente è completamente sgombra e quando l'Io si è dissolto.

L'apprendimento delle tecniche corrisponde all'apprendimento delle filosofie Zen; e sia nello Zen che nel Jeet Kune Do la competenza, la conoscenza astratta, non è tutta la base delle disciplina. Sia lo Zen che il Jeet Kune Do vogliono che si raggiunga la verità ultima, che è il vuoto o l'assoluto. Quest'ultimo trascende tutte le specie di relatività.

Per poter fluttuare a tuo agio, nel vuoto, senza incontrare ostacoli, dimentica le tecniche che hai appreso. L'apprendimento è importante, ma non diventarne schiavo. E soprattutto, elimina tutto ciò che è esteriore e superfluo. La cosa prima è la mente. Qualunque tecnica, per buona e ambita che sia, diventa una "malattia" quando la mente viene ossessionata.

Le sei malattie:
  1. Desiderio di vittoria
  2. Desiderio di ricorrere alle astuzie tecniche
  3. Desiderio di fare sfoggio di tutto ciò che si è appreso
  4. Desiderio di intimorire l'avversario
  5. Desiderio di rappresentare il ruolo passivo
  6. Desiderio di liberarsi della malattia di cui si è affetti, qualunque essa sia
Bruce Lee (bruce lee, jkd, corsi, lecco, autodifesa, jab, cross, calcio, arti marziali, filosofia, allenamento, pesi)

2 commenti:

LyL ha detto...

Bello il post... interessante davvero.

L

Andrea ha detto...

Grazie Lyl!